mercoledì 13 novembre 2013

Recensione del 13 novembre 2013



Festival Internazionale del cinema di Roma, edizione 2013, tra i film fuori concorso vado a vedere 
“Il venditore di medicine”, di Antonio Morabito.
Non voglio dilungarmi sul tema trattato, in quanto trattasi della solita melma italiana, cambia solo il contesto, ma sempre melma è. Ho capito invece, con questo film, l’importanza del direttore della fotografia, cioè la responsabilità che ha nel conferire il mood del film, e nel trasmettere emozioni.
Sono ignorante in materia, ma vedere Claudio Santamaria che cammina lungo un corridoio illuminato al neon (luce fredda), in controluce, quindi mezza figura nera, ma con delle proiezioni del volto intermittenti dovute alla luce proveniente dalle stanze laterali lasciate aperte, mi ha messo l’ansia.
Luci fredde, grigi, bianchi, colori metallici, mai uno sprazzo di calore, un alleggerimento, mai, tutto cupo sino alla fine, e d’altra parte che esistenza vuoi che abbiano, le persone dominate dai soldi e dal potere?
Consiglio vivamente questo film, punto primo perché è ben fatto, a mio parere,  e ben recitato da tutti, anche da Travaglio, punto secondo perché fa capire che il male genera il male, che l’Italia è un Paese marcio, terra sterile, bruciata, dove tuttavia, se ti pieghi bene, vedi delle piccole piantine che cercano disperatamente di crescere: giovani, speriamo in voi, tenete duro, e affermatevi nell’onestà, per tutti noi, e per voi.

Voto: 8/10

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