Tempo fa, una sera, sia io che mio marito finimmo tardi di lavorare, intorno alle 22; non ci andava proprio, a quell’ora, di metterci ai fornelli una volta tornati a casa, fu così che andammo in una pizzeria in zona Eur, vicino alla sede di lavoro.
Come spesso succede, il pizzettaro poteva essere indiano o bengalese, come pure i camerieri e il gestore; molto mi colpì quest’ultimo, giovane sui trent’anni con un paio di occhialoni dalla montatura massiccia e un po’ datata posata su un viso dalla carnagione molto scura, gli occhi neri profondi, splendenti, tipici degli indiani. Si mise a chiacchierare con noi, all’uscita, col suo italiano marcato da un forte accento “subcontinentale”.
Ricorderò sempre le sue parole:
“Eh si, non si può più andare in giro sicuri, qui a Roma; gente che ti scippa, ti mena per pochi euro, che rapina le banche, ruba nelle case, … non se ne può più, e la questione è una sola: in giro ci sono troppi extracomunitari!”.
venerdì 1 febbraio 2008
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